Dopo anni di insegnamento come precario (diciassette), nel corso dei quali ho avuto la possibilità di fare esperienza in molte tipologie di scuole (secondaria di primo e secondo grado, insegnante di lettere, di filosofia, di pedagogia, in istituti tecnici, professionali e licei, in scuole statali o parificate) e anni di esperienza come formatore sul Cooperative Learning (nel corso dei quali ho avuto la fortuna di confrontarmi con insegnanti e dirigenti preparati e motivati) mi sono ritrovato, come molti colleghi, a gestire la proposta di lavorare per Unità di Apprendimento e di abbandonare il lavoro per Unità didattiche e Moduli.
Ho cominciato perciò l’anno scolastico 2005-2006 con una serie di domande che affollavano la mia mente e ho sentito l’urgenza di utilizzare questo periodo per tentare di dare a questi interrogativi delle risposte, senza le quali avrei fatto fatica a motivare il cambiamento nel mio modo di lavorare in classe con gli studenti.
Le domande che mi hanno guidato nel corso di questo anno scolastico e che hanno ispirato questo articolo possono essere riassunte come segue: cos’è un’Unità di Apprendimento? Ha senso lavorare per Unità di Apprendimento? È utile costruire con i ragazzi rubriche di valutazione? Che relazione c’è tra portfolio e apprendimento?
Dietro a questi concetti si nascondono i desideri di un legislatore staccato dalla realtà, che vuole solo far lavorare di più gli insegnanti, o un modo di lavorare più efficace perché più adatto ad una realtà in continua evoluzione?
Come essere insegnanti oggi in classi sempre più eterogenee e numerose?
Dobbiamo rimanere ancorati in modo acritico alla tradizione o possiamo cercare di cambiare per consentire ad un numero sempre più alto di ragazzi di raggiungere un livello culturale degno di uno stato democratico e sviluppato?
Il presente lavoro è partito da queste domande e dalla convinzione che sia utile cambiare solo se il cambiamento può produrre dei risultati positivi per docenti e studenti; il cambiamento per essere vero dovrebbe produrre nei ragazzi, un aumento della motivazione ad apprendere e uno stare meglio a scuola, nei professori, il vivere la propria professione come una attività in cui gli studenti non sono visti come dei “nemici”, ma come dei collaboratori.
Ho cominciato perciò a lavorare per Unità di Apprendimento, ho costruito rubriche di valutazione e ho aiutato i miei studenti a costruire un portfolio.
Il presente lavoro espone sia le motivazioni teoriche (che vanno al di là degli obblighi di legge) che mi hanno spinto a lavorare in questo modo, che la narrazione di un’esperienza effettivamente svolta in classe, che le conclusioni a cui sono giunto dopo un anno di sperimentazione.
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